Splitè un tunnel senza uscita. La luce e poi di nuovo il buio. Un sorriso e un ghigno malefico che si alternano in un'interpretazione da brividi, quella di James McAvoy che in Split è Kevin, ma anche Dennis, è Patricia, ma anche Hedwig, è soprattutto Barry e un attimo dopo stordisce in un'evoluzione ingestibile di "Io" che si sfidano in un labirinto oscuro.
L'ultima opera di M. Night Shyamalanè da cardiopalma, un thriller che appassiona e che impedisce previsioni. E' un vortice psicologico, uno scavo nella mente di un giovane ragazzo affetto da disturbo dissociativo della personalità. Età differenti, temperamento a sè, uomo o donna, con passioni, hobby, ossessioni precise e talvolta malattie...E' Barry la personalità dominante, ma sono 23 le identità che convivono nella stessa mente ed è una guerra, un conflitto psicologico all'interno di una psiche e fuori nel mondo, quello reale, quello che passa oltre, che considera inferiore il diverso. In pochi sembrano sapere, forse nessuno sa fino in fondo.
A conoscere Barry e i suoi alter ego, soltanto la Dottoressa Fletcher. Era in cura da lei e in anni di sedute la dottoressa aveva stretto la mano a quasi tutte le personalità del giovane...Qualcosa però restava incompiuto. Una fantasia, un'ombra, un margine di errore, la 24esima identità?
E' racchiusa qui la chiave del rebus più crudele.
Giochi psicologici che si intrecciano, tre ragazze che inciampano nella follia di Dennis, un rapimento e sullo sfondo dei flash che appaiono come polaroid sbiadite ma che tormentano la mente.
Non posso aggiungere altro, non voglio. Split è un film che ha la capacità di lasciarti in uno stato confusionale, con quella euforia mista a rabbia che solo una pellicola che scuote l'animo è in grado di fare.