Mi lascio cullare dai ricordi, la penna inizia a viaggiare. Scarabocchio e cancello, riscrivo sulle cancellature. L'ordine è tutto mio, l'ordine non fa per me. Appunti incomprensibili per il mondo e spesso incomprensibili anche per me. Con un po' di pazienza assemblo i pezzi e poi li regalo a word che trasforma i miei brutti caratteri in perfetti geroglifici neri, tutti uguali, tutti allineati.
Scrivere per me è scrivere su carta, al diavolo la tecnologia, volete mettere il gusto di passare la mano sopra le linee calcate da una penna? E poi il tratto che cambia in base all'umore? C'è un mondo dietro un foglio scritto a penna ed io preferisco fare il doppio lavoro piuttosto che rinunciare ad un piacere... Non vi rubo altro tempo, stamattina vi dedico "Nodi" buona lettura a tutti <3 !!!
Scrivere per me è scrivere su carta, al diavolo la tecnologia, volete mettere il gusto di passare la mano sopra le linee calcate da una penna? E poi il tratto che cambia in base all'umore? C'è un mondo dietro un foglio scritto a penna ed io preferisco fare il doppio lavoro piuttosto che rinunciare ad un piacere... Non vi rubo altro tempo, stamattina vi dedico "Nodi" buona lettura a tutti <3 !!!
Nodi
Quel braccialetto di stoffa sembrava indistruttibile. Era di un tessuto elastico, io ci giocavo sempre. Lo tiravo, lo mordicchiavo ma lui non cambiava di una virgola.
Il mio polso all'epoca era piccolo, piccolo com'è tuttora.
Non è cambiato niente.
Non è cambiato niente.
Quel bracciale regalatomi da mio nonno era sempre stato grande per me.
“Lo vuoi mettere subito?”
Mi piaceva il suo regalo, era prezioso. Rosso fiammante perché il colore rosso porta bene e poi una coccinella d’oro penzolante.
“Stringimelo forte nonno, ho paura di perderlo…Fammi 3 nodi così esprimo 3 desideri!”
Ero una bambina ed ero piena di desideri. Avevo tanti sogni e mio nonno li conosceva tutti.
Occhi negli occhi.
“Grazie nonno, così ti sentirò sempre vicino!”
Ero gelosa di quel bracciale, ogni tanto mi capitava di accarezzarlo.
Con gli anni il tessuto iniziò a logorarsi, si era affinato tanto e in una fredda notte primaverile, di colpo si spezzò. Quel filo sottilissimo ed elastico ai miei occhi appariva indistruttibile, ero troppo piccola per potermi accorgere della sua fragilità. Senza di lui tutto era diverso, tutto era difficile.
I primi anni della sua assenza li ricordo con un nodo alla gola, un nodo più stretto di quelli che riusciva a fare lui. Avevo iniziato ad odiare la notte, la notte me lo aveva strappato, la notte me lo aveva portato via, via da me, via e chissà dove.
Gli occhi iniziano a bagnarsi, si materializzano diapositive del passato. Rivedo lui, disteso, rilassato, sorridente. La mente inizia a correre lontana, percorre attimi, momenti, sguardi e approda lì, si fissa su un negativo bruciato dalla memoria, su quell’istante volutamente sbiadito dalla mia coscienza.
Gli occhi iniziano a bagnarsi, si materializzano diapositive del passato. Rivedo lui, disteso, rilassato, sorridente. La mente inizia a correre lontana, percorre attimi, momenti, sguardi e approda lì, si fissa su un negativo bruciato dalla memoria, su quell’istante volutamente sbiadito dalla mia coscienza.
“Io ci sarò sempre, camminerò al tuo fianco! Tu devi solo farmi una promessa: non permettere mai a nessuno di impedirti di realizzare i tuoi sogni, quelli sono i nostri sogni, ricordi?!”
Quel nodo alla gola si stringe ogni giorno di più. Poi ripenso a lui. Nei momenti bui ripenso a noi. Tante volte avrei voglia di lasciare i miei sogni intrappolati in quei 3 vecchi nodi, ma quella promessa non me lo permette. Spingo l’acceleratore, arranco in salita ma continuo a correre, ostacolo dopo ostacolo, nodo dopo nodo.